Le pulizie domestiche tra le cause di separazione di coppia

“Uno più uno non fa due ma venti”

Con le zanzare la matematica è un'opinione  

Qualcuno di voi penserà che stiamo letteralmente dando i numeri e ci sia dato di volta il cervello.

In realtà quella tra virgolette è la dichiarazione rilasciata dalla biologa americana Meg Younger della Boston University dopo i risultati ottenuti dagli studi di ingegneria genetica svolti sulle zanzare e sulla loro capacità olfattiva.

Le zanzare è risaputo che sono attratte dall’anidride carbonica rilasciata dal respiro e dagli odori che il corpo umano stesso emette.

Come si uniscono questi due elementi e soprattutto come si amplificano nei neuroni delle zanzare è stato oggetto di uno studio nato per cercare di capire come l’odore umano venga codificato nel cervello delle zanzare.

Come si è svolta la ricerca?  

 I ricercatori hanno marcato con proteine fluorescenti i neuroni che recepivano le emissioni di CO2 e quelli in grado di percepire le molecole odorose del corpo umano.

Senza entrare in tecnicismi difficili da comprendere, si è arrivati a scoprire che ogni neurone olfattivo delle zanzare presenta più classi di recettori al contrario di altri animali ed anche dell’uomo i cui neuroni olfattivi presentano un solo tipo di recettore.

E’ una strategia che serve naturalmente alle zanzare per la loro sopravvivenza.

Avere i neuroni dotati di più recettori permette loro di aumentare in maniera esponenziale (“Due più due fa venti”) la capacità di individuare la preda da pungere.

Risulta quindi evidente come la sfida che si presenta per cercare di ingannare ed annientare le zanzare responsabili della trasmissione di numerose patologie - sia alquanto ardua ma perlomeno abbiamo uno strumento conoscitivo in più. Ed è grazie a questa scoperta che si cercheranno di individuare nuove e più sofisticate forme di “lotta alle zanzare”.